Riccardo Prandini:

Riccardo Prandini: "Serve riflessione sul diritto alla cura"

Il sociologo è intervenuto alla tappa bolognese della manifestazione itinerante promossa dalla Federazione nazionale dei pensionati della Cisl.

27/10/2017

“Non è che facendo finta di niente i problemi spariscano”. Quello dei caregiver e delle cosiddette famiglie sandwich, strette tra due generazioni – i nonni e i figli – che richiedono attenzione e cure, è un problema che secondo Riccardo Prandini, sociologo dell'Università di Bologna, l'Italia deve affrontare, e con urgenza. “In Europa c'è da tempo una riflessione sul diritto alla cura, qui in Italia manca: siamo abituati a parlare di diritto al lavoro, senza pensare al diritto di cura, ma le due cose dovrebbero andare insieme”, ha detto Prandini alla platea dell'ultima tappa a Bologna del Festival delle Generazioni in Tour, la manifestazione itinerante promossa dalla Federazione nazionale dei pensionati della Cisl. Prandini è stato il coordinatore di un gruppo di lavoro che all'ultima Conferenza nazionale sulla famiglia ha richiesto l'istituzione di una legge che riconosca la figura dei caregiver: “Ma di quella richiesta si è persa traccia”.

“Le reti a cui siamo abituati, che erano reti abbastanza corte e ben popolate, secondo le previsioni dell'Istat si assottiglieranno e si allungheranno – ha spiegato il sociologo –. Non saranno più composte da 3 generazioni, ma da 4: una generazione di grandi vecchi, una di anziani, una, che è quella dei caregiver, in cui c'è molta più collaborazione tra gli uomini e le donne, e l'ultima, quella dei figli”. Il grande problema, ha aggiunto, “non è l'invecchiamento, ma la mancanza di nuovi nati”. Con un paradosso, che il sociologo definisce la “relazione a specchio” tra pubblico e privato: “Nel privato i nonni aiutano i nipoti e la famiglia ancora regge, nel pubblico si rivolgono i servizi esclusivamente agli anziani, ma mancano politiche per far uscire i giovani di casa. Il sindacato dovrebbe essere bravo a rappresentare tutti”, ha concluso, rivolgendosi ai padroni di casa della Cisl.

Fonte: Redattore Sociale