Rachele Zinzocchi: “Un digitale diverso è possibile”

Rachele Zinzocchi: “Un digitale diverso è possibile”

L’esperta di web, riconosciuta da LinkedIn tra le più influenti, il 27 e 28 marzo sarà una delle protagoniste della tappa romana del Festival delle Generazioni in tour.

24/03/2017

“Un digitale diverso è possibile, ma dobbiamo ripartire dall'educazione”. A parlare è Rachele Zinzocchi, ricercatrice, consulente in strategie digitali di comunicazione e marketing e nella Top5 di LinkedIn delle esperte di web più influenti per l'Italia che, il 27 e 28 marzo sarà una delle protagoniste della tappa romana del Festival delle Generazioni in tour, la manifestazione itinerante promossa lungo tutto il 2017 dalla Fnp, il sindacato dei pensionati della Cisl.

“Nel 2010 Riccardo Luna, allora direttore di Wired, propose di candidare Internet al Nobel per la pace (quell'anno è stato vinto da Liu Xiaobo per la sua lotta per i diritti umani in Cina, ndr) perché era bello, buono, uno strumento di libertà. Anzi era libertà. Poi cos'è successo? Il fenomeno è diventato globale, la Rete non era più patrimonio di pochi e sono comparsi gli hater, i disturbatori, i troll, la violenza”, spiega Zinzocchi. Siamo passati da un estremo all'altro. “E cosa facciamo? Lasciamo che ci imploda tra le mani? Che i politici imbavaglino la Rete? – si domanda –. No, iniziamo a pensare le cose diversamente. Intraprendiamo un percorso di innovazione, di responsabilità, di consapevolezza che la Rete è neutra, non è né buona né cattiva”. Zinzocchi, infatti, teorizza l'#HelpMarketing, “un marketing che sia davvero utile” e il principio a cui si ispira è l'utilità intesa come “essere utile per te”, che è applicabile anche al digitale. “La nostra vita reale non è separata dalla nostra vita online. Per questo dobbiamo rendere Internet buono, non in senso volontaristico, ma nel senso di farne un uso corretto, del bene per il bene, un digitale che ci aiuti a risolvere la vita – dice –. È possibile ed è un'urgenza non più rinviabile”.

Zinzocchi è, da tempo, impegnata nel progetto #Digital #Education, “con due hashtag diversi perché l'educazione digitale è più globalmente educazione civica digitale e prima ancora educazione”, spiega. Educazione digitale che riguarda tutti, dalle famiglie alla scuola, dai ragazzi ai dirigenti scolastici, fino alle aziende e alla politica. “Mi sembra che l'educazione digitale oggi sia intesa, spesso, come insegnamento dell'uso del computer – aggiunge –. Ma non è solo quello: bisogna insegnare a usare la Rete in modo consapevole: se io insegno a mio figlio come usare il computer devo fargli capire l'importanza di quello che gli ho spiegato e non dare il cattivo esempio”. In questo senso i primi a dover fare educazione digitale sono i genitori. In uno degli incontri del Festival delle Generazioni in tour si parlerà anche di cyberbullismo. “Non c'è differenza tra bulli e cyberbulli, questi ultimi godono semplicemente di una cassa di risonanza più ampia. Il rischio con il cyberbullismo è che se ne parli solo quando ci sono casi di cronaca”, dice Zinzocchi. “Dobbiamo essere anche noi a prendere precauzioni, a non stimolare la società ad agire in un certo modo, rischiando di arrivare agli estremismi. Dobbiamo fare una #Digital #Education anche nel quotidiano a partire dalle quelle che sembrano stupidaggini, come postare fotografie private o intime o usare la geolocalizzazione in maniera inadeguata, che però possono rovinarci la vita”.

Sono 3 gli incontri con Rachele Zinzocchi al Festival delle Generazioni in tour: il 27 marzo dalle 10.30 alle 12 c'è “Quello che i social non dicono (a noi sempre connessi, spesso inconsapevoli)” in vari licei di Roma con Marco Stancati, Andrea Trapani, Paola Liberace; il 27 marzo alle 17 presso l'Istituto dell'enciclopedia italiana Treccani c'è “Il web: bello e buono oppure spietato come la vita”; il 28 marzo dalle 10.30 alle 12 alla Fnp Cisl c'è “Oltre le frontiere del web: fermiamo la violenza on e offline” con Marco Stancati, Giovanna Leoni, Lara Motta.

Fonte: Redattore Sociale